top of page

Torino senzatomica

January 19, 2018

Rose Maya©

E’ stata da poco inaugurata al Mastio della Cittadella di Torino una mostra dal titolo “Torino Senzatomica”.
L’esposizione è stata promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai ed è appoggiata dall’organizzazione “ICAN” (
International Campaign Against Nuclear Waepons), vincitrice del premio Nobel per la Pace nel 2017.

La mostra vuole informare e far riflettere le persone sulla tematica delle armi nucleari e vuole spiegare il concetto di sicurezza. Un fine ancora più importante della mostra è quello di spiegare alle persone il concetto del disarmo interiore e la sua importanza nel processo di ricerca di una pace a livello mondiale.

Oggi la maggior parte delle persone crede di essere al sicuro quando possiede armi per potersi difendere. Nella realtà questa idea è facilmente smontabile. Per esempio negli Stati Uniti, dove è legale il possesso di armi da fuoco, le persone hanno statisticamente più paura di essere colpite da attacchi terroristici o nucleari e non hanno invece paura di essere coinvolte in sparatorie. Nella realtà le vittime dei primi due eventi sono pochissime in confronto alle migliaia di morti per ferite da armi da fuoco. Nel 2017 negli Stati Uniti ci sono state 61349 sparatorie e 344 stragi, per un totale di 15551 vittime (dati presi da Internazionale, n.1238, fonte: Gun Violence Archive). Eppure la reazione delle persone è quella di comprare ancora più armi, anziché sperare e spingere per un disarmo nazionale.


Una reazione simile si ha tra stati. La bomba atomica è stata creata nel 1945 negli Stati Uniti e dopo le tragedie di
Hiroshima e Nagasaki il numero di bombe atomiche presente nel mondo ha continuato a crescere.
Vi raccolgo a seguito il numero di bombe atomiche oggi in possesso di alcuni paesi (dati presi da: http://www.icanw.org/the-facts/nuclear- arsenals/):
Stati Uniti: 6800
Russia:7000
UK:215
Francia: 300

Italia: 70 (le bombe sono presenti sul territorio italiano ma sono di proprietà degli Stati Uniti)
Ironicamente oggi il mondo è terrorizzato dalla Corea del Nord, si teme che questo paese voglia distruggere il mondo
con le proprie bombe. Eppure questo Stato è in possesso di meno di 10 missili.
Inoltre quando il 7 Luglio del 2017 i paesi del mondo si sono riuniti per votare la Treaty on the Prohibition of Nuclear
Weapons, la Corea del Nord ha firmato a favore del il disarmo nucleare totale in tutto il mondo.

Per concludere, la mostra vuole insegnare che un passo indispensabile per diminuire (e successivamente fermare) i conflitti mondiali risiede nel disarmo interiore. Infatti, per ottenere la pace ad un livello mondiale, è necessario prima un processo di modifica dell’individuo stesso. Il disarmo interiore consiste nell’eliminazione dei sentimenti aggressivi e violenti nei confronti di se stessi e delle altre persone.  Bisognerebbe compiere un completo disarmo interiore per contribuire a creare un pianeta la cui sicurezza nazionale non si basi su minacce reciproche e terrore costante, bensì sulla contrattazione pacifica.


Per ulteriori informazioni visitare: https://www.senzatomica.it/ e http://www.icanw.org/

Superga: una storia tra tante

June 03, 2017

Anastasia Balboni ©

Domenica 21 maggio si è svolto lo spettacolo "SUPERGA: UNA STORIA, TRA TANTE", organizzato dal gruppo teatrale del liceo Spinelli in occasione del progetto nazionale "La scuola adotta un monumento". Gli attori hanno recitato in mezzo al pubblico e il loro scenario sono stati l'interno e l'esterno della Basilica di Superga.

 

Con lo spettacolo il pubblico è partito, n un affascinante viaggio immaginario, alla scoperta degli eventi e dei personaggi che hanno segnato la storia di Torino. La narrazione teatrale ha preso avvio da quando Luigi XIV di Francia, il Re Sole, ha mosso guerra al Piemonte nel tentativo di trasformarlo in una provincia del suo regno, trovando però una ferrea resistenza da parte del duca Vittorio Amedeo II. La storia ci narra che il 2 settembre del 1706 il Duca e il suo alleato il principe Eugenio di Savoia-Soissons salirono sul colle di Superga per esaminare il campo di battaglia. Successivamente entrarono nella chiesetta che fungeva da parrocchia ai pochi fedeli che vivevano nei dintorni. Davanti alla statua della madonna il Duca fece un voto: se avesse avuto successo in battaglia, avrebbe innalzato un grande santuario in suo onore. La battaglia fu terribile e massacrante, ma il Piemonte vinse e rimase libero e indipendente. Dopo aver assunto la corona di Sicilia e di Sardegna Vittorio Amedeo cominciò nel 1717 la costruzione della nuova Basilica.

 

Lo spettacolo è stato coinvolgente e interessante. Benchè sprovvisti di effetti speciali scenici, gli attori sono riusciti a immedesimarsi in maniera convincente nei vari ruoli e nel contesto storico dell'epoca. Oltre che alla costruzione di Superga, ci si è dedicati anche ad alcuni personaggi che hanno segnato la storia di Torino, come l'architetto messinese Filippo Juvarra, incaricato del progetto e della costruzione della Basilica, e Pietro Micca, storicamente ricordato per l'episodio di eroismo nel quale perse la vita durante l'assedio del 1706, facendo crollare le gallerie sotterranee della città per bloccare l'accesso alle truppe francesi.

 

Si è poi parlato di architettura: sono state illustrate le caratteristiche della basilica, come la sua cupola rivestita da una doppia calotta e le colonne in stile corinzio, che ne abbelliscono e ne ingigantiscono l'aspetto. La Basilica di Superga, maestosa e possente domina la città e con la sua bellezza e grandezza rappresenta per Torino un punto di riferimento ed un simbolo.

IDG-Besuch

May 13, 2017

Classe 5D ©

Am Mittwoch, den 19. April gingen ich und meine Klasse zur Firma Italdesign in Moncalieri, eine italienische Firma, gegründet von Giorgetto Giugiaro und Aldo Mantovani im Jahr 1968, die heute zu Volkswagen-Audi gehört. Italdesign ist eine sehr große Firma, die Objekte designt und  neue und innovative Autos herstellt. Da angekommen war der erste Eindruck erstaunlich. Alles super modern, und ich habe erfahren, dass Italdesign auch San Bernardo-Flaschen designt. Im Eingang standen nämlich Gegenstände, die diese Firma herstellt. Eine Dame, die in diesem Unternehmen arbeitet, hat uns auf Deutsch eine Präsentation gemacht, um zu erklären, was alle Menschen tun, die für Italdesign arbeiten und was sie designen. Wir haben auch Fragen gestellt. Es kam zum Beispiel heraus, dass mehr als die Hälfte der Mitarbeiter Männer sind. Dann zeigte uns ein anderer Mitarbeiter, wie man an den Maschinen in 3D mit der Verwendung des Computers arbeitet und wie die Modelle - am Computer erstellt -  getestet werden. Das war absolut der schönste und interessanteste Teil. Dann nahmen sie uns mit, um einige Modelle von Autos in einem Museum zu sehen, die dort stehen, aber leider nicht für die Öffentlichkeit zugänglich sind. Ich war sehr erstaunt von einem Prototypen, der “Pop-up” heißt. Das ist nämlich ein fliegendes und fahrendes Taxi, das Computer gesteuert ist. Ich hoffte, dass sie schon einen in Funktion haben, aber leider wird es nur in 15 Jahren wirklich sowas geben, Ich hatte auch das Glück,  Fotos  in diesen Autos zu machen, die das Museum hat. Ich denke, dass dies eine großartige Erfahrung gewesen ist, die fast nie im Leben passiert. Schließlich haben sie ein kleines Buffet serviert und wir hatten ein paar Coca Colas, Kaffees, Säfte und Kekse. (Deutschgruppe 5D)

 

„Sie waren sehr nett und freundlich, uns zu bewirten und sie ließen uns als Erinnerung ein Namensschild. Es war alles sehr schön. Ich denke, dass es wirklich Glück ist, und ich würde es wieder ein zweites Mal tun. Es war wirklich schön und interessant. (Ilaria)

 

Es war sehr interessant, weil IDG eine sehr wichtige Firma in Design-Industrie ist. Sie arbeitet mit Firmen wie, CocaCola, Fiat, SanBernardo und vielen anderenzusammen.  Es gibt auch eine Pasta von ihnen.“ (Carlos)

 

„Was ich schade fand war, dass wir keine virtuelle Realität probieren konnten, aber das war nachvollziehbar, wir waren nämlich 15 Leute, und wenn alle sowas probieren wollen, wird das zu kompliziert. “(Lisa)

 

“Der Besuch war sehr interessant und lustig und das Gebäude war sehr groß und schön.  Wir haben viele Dinge gelernt und wir haben neue Technologie gesehen. Wir haben Photo im Autos, (sie waren sehr teure Prototypen),  mit einem professionellen Photograph gemacht. Diese Automodelle  waren im Autosalon von Genf.” (Matteo)

 

"Ich fand den Besuch sehr schön, interessant und nützlich für meine Zukunft: Diese Firma bietet große Möglichkeiten für junge Leute." (Sasha)

Religione e democrazia: conferenza biennale democrazia

April 10, 2017

Aggiungi qualche altra informazione su questo elemento...

Domenica 2 marzo alla Cavallerizza Reale si è tenuto un acceso dibattito tra due importanti studiosi: il teologo mussulmano Tariq Ramadan e il filosofo ateo Paolo Flores d’Arcais.

Il dibattito, seguito da una coordinatrice, trattava un tema molto attuale e controverso, qual è il rapporto tra religione e democrazia, uno permette l’esistenza dell’altro? In che modo?

Essendo presente in sala un esperto della religione mussulmana, la quale oggigiorno è oggetto di molti pregiudizi e controversie, si è principalmente parlato della relazione dell’Islam con la democrazia e in minor parte anche del cattolicesimo. “E’ possibile pensare ad uno stato interamente laico?”. Ramadan ha risposto a questa prima domanda concentrandosi sul significato della parola Islam. Ha sottolineato che al contrario di quello che molti credono oggi, non si tratta di una cultura, ma di una religione comune a molte culture diverse. Essa quindi differisce in base alla zona in cui è praticata, ad esempio l’islam del Senegal è molto diverso da quello dei paesi Arabi, che hanno una cultura assai diversa.

Inoltre, continua Ramadan, secondo il Corano, è essenziale la separazione del potere spirituale da quello politico, ”il Profeta stesso lo ha pensato”, afferma. E’ poi nato, per varie questioni economiche e sociali alla fine dell’ ‘800 nel mondo arabo il pensiero wahabita, una diversa interpretazione, letterale,  del Corano, che ha invece portato all’unione dei due poteri in paesi come l’Arabia Saudita.

“Il problema delle democrazie è solo in minor parte il controllo delle religioni sullo stato, il vero problema sono le lobby e le multinazionali, sono loro che controllano veramente la democrazia” afferma. Questo grazie al loro immenso potere finanziario, tecnologico e mediatico.

 

Florais ha risposto alla domanda in modo assai diverso, affermando che è impossibile pensare ad una vera democrazia in presenza di una religione, qualsiasi essa sia. E’ quindi necessaria secondo lui, per un giusto funzionamento dell’organo democratico, la completa esclusione di Dio dalla vita pubblica. Infatti essa, la democrazia, si basa sul dialogo tra cittadini, un confronto argomentato, che necessita quindi di argomentazioni razionali. Secondo Florais, qualora in una discussione una persona sostenga la sua tesi utilizzando Dio o la sua religione come motivazione, logicamente equivale alla frase “perché si”, cioè “tronca il tessuto base della discussione”, afferma il filosofo. Inoltre, nella democrazia, è lecita la critica, anche fino all’offesa. Infatti, contrariamente a quello che fanno i fondamentalisti religiosi, la sensibilità religiosa non deve poter decidere il limite oltre al quale la critica diventa offesa, e le opinioni offensive andrebbero perciò censurate. Ha poi portato un esempio pratico della sua tesi, ossia la strage di Charlie Hebdo, un attentato terroristico compiuto il 7 gennaio 2015 contro la sede del giornale satirico, a Parigi.

Riguardo questo evento, ha poi letto un frammento di un libro di Ramadan, in cui lo scrittore diceva, qualche anno prima dell’attentato, che a provocazioni del genere ci si poteva aspettare una qualche reazione nel futuro.  Con questa frase Ramadan non intendeva affatto giustificare l’attentato, e quando Florais lo ha accusato di aver messo sullo stesso piano i fumettisti e gli attentatori, Ramadan si è molto irritato.Ha accusato a sua volta Florais, dandogli del disonesto, per aver estrapolato una sua frase fuori contesto, cambiandone quindi il significato. Ha inoltre affermato che l’analisi del testo del filosofo era un “fondamentalismo razionale”.

Le successive due e trattavano il ruolo della donna nella religione mussulmana, e una problematica europea nell’istruzione di molti giovani mussulmani, le cui famiglie impediscono loro la frequentazione di alcune lezioni, quali educazione sessuale o educazione fisica per le ragazze.

Ramadan, essendo un mussulmano riformista, è infatti perseguitato in paesi come l’Arabia Saudita, è quindi per l’equiparazione dei sessi e un’educazione “senza censura”. Ha sottolineato che l’emancipazione della donna non è solo nell’abbigliamento ( velo o meno), ma nell’uguaglianza sociale e lavorativa, cosa che neanche in Italia abbiamo ancora raggiunto. Esistono infatti ancora differenze di salari tra i sessi. Il problema nel mondo mussulmano è anche dovuto al fatto che la maggior parte dei testi politici, religiosi e culturali del mondo islamico è scritto da uomini. E’ quindi necessaria una reintegrazione dei testi anche femminili nella cultura, per avere una vera emancipazione. Inoltre è tipica del mondo arabo la struttura patriarcale, e anche questo contribuisce alla sottomissione delle donne.

Rispetto alla questione dell’educazione, si è mostrato fortemente contrario alla tendenza delle famiglie di impedire la frequentazione di certi corsi ai ragazzi, anche se secondo lui è una tendenza soggetta a forte esagerazione mediatica, il problema non è concretamente così comune. Secondo lui però, anche noi europei abbiamo un pensiero riduttore. Nelle nostre scuole infatti non si parla mai delle culture che hanno in gran parte contribuito alla creazione del patrimonio culturale occidentale: come il mondo Orientale (Cina, India…) ma specialmente il mondo mussulmano. Addirittura filosofi e uomini culturalmente importantissimi per noi, come Aristotele, furono ispirati da filosofi mussulmani.

Anche Florais sostiene necessario un cambiamento nell’insegnamento di certe materie, in particolare della religione. Secondo lui dovrebbe esistere una materia chiamata storia delle religioni, e delle opposizioni ad esse. Punto comune ad entrambi gli studiosi.

La tensione nell’aula, le offese reciproche e le accuse dei due protagonisti del dibattito mostrano chiaramente la delicatezza di questo tema, che non viene affrontato spesso tra le due culture, quella europea e quella araba. E’ importantissimo il confronto tra membri di una comunità, e data la grande presenza di mussulmani in Europa, è essenziale la normalizzazione del dibattito e del confronto tra culture e religioni. Il dibattito è infatti il pilastro portante della democrazia.

Pietro Grossi: «Bisogna scegliere le nostre battaglie».

March 29, 2017

Carlotta Pairotti ©

Qualche anno fa aderendo all’iniziativa “Adotta uno scrittore”, promossa dal Salone Internazionale del Libro di Torino, abbiamo ospitato a scuola M. Kovachich, quest’anno invece il nostro special guest è lo scrittore fiorentino Pietro Grossi.

Il giovane autore toscano districandosi tra le parole e con un grande senso di nostalgia, scrive senza fermarsi considerando la letteratura come «una donna libera che ha tempo per tutti»  ma sostenendo anche che «la vita è più interessante della letteratura».

Come si fa a fare gli scrittori?

C’è una scelta da compiere: l’obiettivo è di scrivere buoni libri o di fare gli scrittori?

Sono due strade entrambe giuste, o meglio, nessuna delle due è sbagliata; entrambe richiedono una buona dose  di fortuna nel trovare i lettori.

Scrivere buoni libri è praticamente impossibile, richiede tanti sacrifici e rinunce senza ottenere un risultato concreto.

Per fare gli scrittori invece, bisogna investire le proprie energie nella certificazione del titolo, del ruolo e avere una vita sociale attiva rilasciando interviste e facendo parlare di sé.

Il libro che l’ha cambiata?

“Guerra e pace” ha cambiato la mia percezione: era una giornata calda di agosto e leggendo in spiaggia mi sono  sentito invecchiare.

Da cosa parte la scrittura di un libro?

Parte da un’attrazione verso un evento, una persona, un luogo letterario o spirituale, verso un’immagine o un personaggio.

Chiunque può diventare uno scrittore?

Sì, ma non chiunque lo diventa. È un’attività fastidiosa che dà frustrazione e angoscia, fondamentale è la cocciutaggine e se non  è una questione di vita o di morte personale non si riesce a portare a termine il proprio obiettivo.

Perché ha deciso di partecipare al progetto “adotta uno scrittore”?

Perché bisogna partecipare al mondo della letteratura per farlo sopravvivere.  Si devono salvaguardare i libri e i lettori, bisogna sentire cosa c’è nei versi di una poesia, non importa che libri si leggano, l’importante è leggerli.

I prossimi incontri di “adotta uno scrittore“ saranno nel mese di aprile e in quello di maggio, si concluderà poi il progetto il 22 maggio al Salone del Libro con tutte le scuole e i loro scrittori che hanno partecipato al progetto.

Please reload

bottom of page